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      solo alle dive qualità sortito.
      Compose a questo dir la venerandaGiuno gli sguardi maestosi, e disse:
      Tre cittadi sull'altre a me son careArgo, Sparta, Micene; e tu le struggi
      se odiose ti sono. A lor difesané man né lingua moverò; ché quando
      pure impedir lo ti volessi, indarnoil tentarlo uscirìa, sendo d'assai
      tu più forte di me. Ma dritto or parmiche tu vano non renda il mio disegno,
      ch'io pur son nume, e a te comune io traggol'origine divina, io dell'astuto
      Saturno figlia, e in alto onor locata,
      perché nacqui sorella e perché moglieson del re degli Dei. Facciam noi dunque
      l'un dell'altro il volere, e il seguirannogli altri Eterni. Or tu ratto invìa Minerva
      fra i due commossi eserciti, onde spingai Troiani ad offendere primieri,
      rotto l'accordo, i baldanzosi Achei.
      Assentì Giove al detto, ed a Minerva,
      Scendi, disse, veloce, e fa che i Teucri
      primi offendan gli Achei, turbando il patto.
      A Minerva, per sé già desïosa,
      sprone aggiunse quel cenno. In un balenodall'Olimpo calò. Quale una stella
      cui portento a' nocchieri o a numeroseschiere d'armati scintillante e chiara
      invìa talvolta di Saturno il figlio;
      tale in vista precipita dall'altoMinerva in terra, e piantasi nel mezzo.
      Stupîr Teucri ed Achivi all'improvvisavisïone, e talun disse al vicino:
      Arbitro della guerra oggi vuol Giove
      per certo rinnovar fra un campo e l'altrol'acerba pugna, o confermar la pace.
      La Dea mischiossi tra la folta intantodelle turbe troiane, e la sembianza
      di Laòdoco assunta (un valorosod'Antènore figliuol) si pose in traccia


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Iliade
di Homerus (Omero)
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