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      non andrà delle vittime il giuratosangue, né i puri libamenti ai numi,
      né la fé delle destre. Il giusto Giove
      può differire ei sì, ma non per certoobblïar la vendetta; e caro un giorno
      colle lor teste, colle mogli e i figline pagheranno gli spergiuri il fio.
      Tempo verrà (di questo ho certo il core)
      ch'Ilio e Priamo perisca, e tutta insiemela sua perfida gente. Dall'eccelso
      etereo seggio scoterà sovr'essil'egida orrenda di Saturno il figlio
      di tanta frode irato; e non cadrannovôti i suoi sdegni. Ma d'immenso lutto
      tu cagion mi sarai, dolce fratello,
      se morte tronca de' tuoi giorni il corso.
      Sorgerà negli Achei vivo il desìodel patrio suolo, e d'onta carco in Argo
      io tornerommi, e lasceremo ai Teucri,
      glorïoso trofeo, la tua consorte.
      Putride intanto nell'iliaca terral'ossa tue giaceran, senz'aver dato
      fine all'impresa, e il tumulo del mioprode fratello un qualche Teucro altero
      calpestando, dirà: Possa i suoi sdegnisatisfar così sempre Agamennóne,
      siccome or fece, senza pro guidandol'argoliche falangi a questo lido,
      d'onde scornato su le vote navialla patria tornò, qui derelitto
      l'illustre Menelao. Sì fia ch'ei dica;
      e allor mi s'apra sotto i piè la terra.
      Ti conforta, rispose il biondo Atride,
      né co' lamenti spaventar gli Achivi.
      In mortal parte non ferì l'acutodardo: di sopra il ricamato cinto
      mi difese, e di sotto la corazzae questa fascia che di ferrea lama
      buon fabbro foderò. - Sì voglia il cielo,
      diletto Menelao, l'altro riprese.
      Intanto tratterà medica manola tua ferita, e farmaco porravvi
      atto a lenire ogni dolor.


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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