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      che a lui ne corre minaccioso e grida:
      Debole Menelao! e qual ti prendede' Troiani pietà? Certo per loro
      la tua casa è felice! Or su; nessunode' perfidi risparmi il nostro ferro,
      né pur l'infante nel materno seno:
      perano tutti in un con Ilio, tuttisenza onor di sepolcro e senza nome.
      Cangiò di Menelao la mente il fieroma non torto parlar, sì ch'ei respinse
      da sé con mano il supplicante, e luiferì tosto nel fianco Agamennòne,
      e supino lo stese. Indi col piedecalcato il petto ne ritrasse il telo.
      Nestore intanto in altra parte accendel'acheo valor, gridando: Amici eroi,
      Dànai di Marte alunni, alcun non siach'ora badi alle spoglie, e per tornarne
      carco alle navi si rimanga indietro.
      Non badiam che ad uccidere, e gli uccisipoi nel campo a bell'agio ispoglieremo.
      Fatti animosi a questo dir gli Achei
      piombâr su i Teucri, che scorati e domidi nuovo in Ilio si sarìan racchiusi,
      se il prestante indovino Eleno, figliodel re troiano, non volgea per tempo
      ad Ettore e ad Enea queste parole:
      Poiché tutta si folce in voi la spemede' Troiani e de' Licii, e che voi siete
      i miglior nella pugna e nel consiglio,
      voi, Ettore ed Enea, qui state, e i nostrialle porte fuggenti rattenete,
      pria che, con riso del nemico, in bracciosi salvin delle mogli. E come tutte
      ben rincorate le falangi avrete,
      noi di piè fermo, benché lassi e in duranecessitade, qui farem coll'armi
      buon ripicco agli Achei. Ciò fatto, a Troia
      tu, Ettore, ten vola, ed alla madredi' che salga la rocca, e del delubro
      a Minerva sacrato apra le porte,
      e vi raccolga le matrone, e il peplo


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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