ballo di Marte, o d'un salto sul cocchiolanciarmi, e concitar nella battaglia
i veloci destrier. Né già vogl'ioun tuo pari ferire insidïoso,
ma discoperto, se arrivar ti posso.
Ciò detto, bilanciò colla man fortela lunga lancia, e saettò d'Aiace
il settemplice scudo. Furïosala punta trapassò la ferrea falda
che di fuor lo copriva, e via scorrendosquarciò sei giri del bovin tessuto,
e al settimo fermossi. Allor secondotrasse Aiace, e colpì di Priamo il figlio
nella rotonda targa. Traforollail frassino veloce, e nell'usbergo
sì addentro si ficcò, che presso al lombolacerògli la tunica. Piegossi
Ettore a tempo, ed evitò la morte.
Ricovrò l'uno e l'altro il proprio telo,
e all'assalto tornâr come per famefieri leoni, o per vigor tremendi
arruffati cinghiali alla montagna.
Di nuovo Ettorre coll'acuto cerrocolpì, lo scudo ostil, ma senza offesa,
ch'ivi la punta si curvò: di nuovotrasse Aiace il suo telo, ed alla penna
dello scudo ferendo, a parte a partelo trapassò, gli punse il collo, e vivo
sangue spiccionne. Né per ciò l'attaccolasciò l'audace Ettorre. Era nel campo
un negro ed aspro enorme sasso: a questodiè di piglio il Troiano, e contra il Greco
lo fulminò. Percosse il duro scoglioil colmo dello scudo, e orribilmente
ne rimbombò la ferrea piastra intorno.
Seguì l'esempio il gran Telamonìde,
ed afferrato e sollevato ei pureun altro più d'assai rude macigno,
con forza immensa lo rotò, lo spinsecontra il nemico. Il molar sasso infranse
l'ettoreo scudo, e di tal colpo offeselui nel ginocchio, che riverso ei cadde
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Marte Aiace Aiace Priamo Ettorre Aiace Ettorre Troiano Greco Telamonìde
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