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      con fulgida vagina ed un pendagliodi leggiadro lavoro; Aiace a lui
      il risplendente suo purpureo cinto.
      Cosě divisi, agli Achei l'uno, ai Teucri
      l'altro avvďossi. Esilarârsi i Teucri,
      vivo il lor duce ritornar veggendodalla forza scampato e dall'invitte
      mani d'Aiace; e trepidanti ancoradel passato periglio alla cittade
      l'accompagnaro. Dall'opposta partedella palma superbo il lor campione
      guidâr gli Achivi al padiglion d'Atride,
      che per tutti onorar tosto al Tonante
      un bue quinquenne in sacrificio offerse.
      Lo scuoiâr, lo spaccâr, lo fęro in braniacconciamente, e negli spiedi infisso
      l'abbrustolâr con molta cura, e toltoil tutto al foco, l'apprestâr sul desco,
      e banchettando ne cibň ciascunoa pien talento. Ma l'immenso tergo
      del sacro bue donollo Agamennóne
      d'onore in segno al vincitor guerriero.
      Del cibarsi e del ber spento il desěo,
      il buon veglio Nestorre, di cui sempreottimo uscěa l'avviso, in questo dire
      svolse il suo senno: Atride e duci achei,
      questo giorno fatal la vita estinsedi molti prodi, del cui sangue rossa
      fe' l'aspro Marte la scamandria riva,
      e all'Orco ne passâr l'ombre insepolte.
      Al nuovo sole le nostr'armi adunquesi restino tranquille, e noi sul campo
      convenendo, imporrem le salme esanguisu le carrette, e muli oprando e buoi,
      qui ne faremo il pio trasporto, e al rogole darem lungi dalle navi alquanto,
      onde al nostro tornar nel patrio suolole ceneri portarne ai mesti figli.
      E dintorno alla pira una comunetomba ergeremo, e di muraglia e d'alte
      torri, a difesa delle navi e nostra,
      con rapido lavor la cingeremo,


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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