D'altra parte Minerva il rabescatosuo bellissimo peplo, delle stesse
immortali sue dita opra stupenda,
sul pavimento dell'Egìoco padrelasciò cader diffuso; ed indossando
del nimbifero Giove il grande usbergo,
tutta s'armava a lagrimosa pugna.
Sul rilucente cocchio indi salitaimpugnò la pesante e poderosa
gran lancia, ond'ella, allor che monta in ira,
di forte genitor figlia tremenda,
le schiere degli eroi rovescia e doma.
Stimolava Giunon velocementecolla sferza i destrieri, e tosto fûro
alle celesti soglie, a cui custodivegliano l'Ore che il maggior de' cieli
hanno in cura e l'Olimpo, onde sgombrarloo circondarlo della sacra nube.
Cigolando s'aprîr per sé medesmel'eteree porte, e docili al flagello
spinser per queste i corridor le Dive.
Come Giove dal Gàrgaro le vide,
forte sdegnossi, ed Iri a sé chiamandoali-dorata Dea, Vola, le disse,
Iri veloce, le rivolgi indietro,
e lor divieta il venir oltre mecoad inegual cimento. Io lo protesto,
e il fatto seguirà le mie parole,
io loro fiaccherò sotto la bigai corridori, e dall'infranto cocchio
balzerò le superbe, e delle piagheche loro impresse lascerà il mio telo,
né pur due lustri salderanno il solco.
Saprà Minerva allor qual sia stoltezzail cimentarsi col suo padre in guerra.
Quanto a Giunon, m'è forza esser con ellameno irato: gli è questo il suo costume
di sempre attraversarmi ogni disegno.
Disse; ed Iri a portar l'alto messaggiomosse veloce al par delle procelle;
ed ascesa dall'Ida al grande Olimpo
di molti gioghi altero, e su le soglieincontrate le Dee, sì le rattenne,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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