indefesso l'incalza, e verso il lidoserralo sì, che alla città non fugga.
Uscîr di via, ciò detto, e s'appiattarotra' morti corpi; ed egli incauto e celere
oltrepassò. Ma lontanato appena,
quanto è un solco di mule (che de' buoitraggono meglio il ben connesso aratro
nel profondo maggese), gli fur sopra:
ed egli, udito il calpestìo, ristette,
qualcun sperando che de' suoi venisseper comando d'Ettorre a richiamarlo.
Ma giunti d'asta al tiro e ancor più presso,
li conobbe nemici. Allor dier lestil'uno alla fuga il piè, gli altri alla caccia.
Quai due d'aguzzo dente esperti bracchio lepre o caprïol pel bosco incalzano
senza dar posa, ed ei precorre e bela;
tali Ulisse e il Tidìde all'infelicesi stringono inseguendo, e precidendo
sempre ogni scampo. E già nel suo fuggireverso le navi sul momento egli era
di mischiarsi alle guardie, allor che lenacrebbe Minerva e forza a Dïomede,
onde niun degli Achei vanto si dessedi ferirlo primiero, egli secondo.
Alza l'asta l'eroe, Ferma, gridando,
o ch'io di lancia ti raggiungo e uccido.
Vibra il telo in ciò dir, ma vibra in falloa bello studio: gli strisciò la punta
l'omero destro e conficcossi in terra.
Ristette il fuggitivo, e di paurasmorto tremando, della bocca uscìa
stridor di denti che batteano insieme.
L'aggiungono anelanti i due guerrieri,
l'afferrano alle mani, ed ei piangendogrida: Salvate questa vita, ed io
riscatterolla. Ho gran ricchezza in casad'oro, di rame e lavorato ferro.
Di questi il padre mio, se nelle navivivo mi sappia degli Achei, faravvi
per la mia libertà dono infinito.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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