quegli il brando sul collo, e ne reciseambe le corde. La parlante testa
rotolò nella polve. Allor dal capogli tolsero l'elmetto, e l'arco e l'asta
e la lupina pelle. In man sollevale tolte spoglie Ulisse, e a te, Minerva
predatrice, sacrandole, sì prega:
Godi di queste, o Dea, ché te primierade' Celesti in Olimpo invocheremo;
ma di nuovo propizia ai padiglionior tu de' traci cavalier ne guida.
Disse, e le spoglie su la cima imposed'un tamarisco, e canne e ramoscelli
sterpando intorno, e di lor fatto un fascio,
segnal lo mette che per l'ombra incertanel loro ritornar lo sguardo avvisi.
Quindi inoltrâr pestando sangue ed armi,
e fur tosto de' Traci allo squadrone.
Dormìano infranti di fatica, e stesiin tre file, coll'armi al suol giacenti
a canto a ciascheduno. Ognun de' ducitiensi dappresso due destrier da giogo:
dorme Reso nel mezzo; e a lui vicinostansi i cavalli colle briglie avvinti
all'estremo del cocchio. Avvisto il primosi fu di Reso Ulisse, e a Dïomede
l'additò: Dïomede, ecco il guerriero,
ecco i destrier che dianzi n'avvisavaquel Dolon che uccidemmo. Or tu fuor metti
l'usata gagliardìa, che qui passarlaneghittoso ed armato onta sarebbe.
Sciogli tu quei cavalli, o a morte menacostor, ché de' cavalli è mia la cura.
Disse, e spirò Minerva a Dïomede
robustezza divina. A dritta, a mancafora, taglia ed uccide, e degli uccisi
il gemito la muta aria ferìa.
Corre sangue il terren: come lïonesopravvenendo al non guardato gregge
scagliarsi, e capre e agnelle empio diserta;
tal nel mezzo de' Traci è Dïomede.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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