siete al gran Giove adunator di nembi,
e alla figlia di Giove alma Minerva.
Nestore, gloria degli Achei, risposel'accorto Ulisse, agevolmente un Dio
potrìa darli, volendo, anco migliori,
ché gli Dei ponno più d'assai. Ma questi,
di che chiedi, son traci e qua di pocogiunti: al re loro e a dodici de' primi
suoi compagni diè morte Dïomede,
e tredicesmo un altro n'uccidemmodai teucri duci esplorator spedito
del nostro campo. - Così detto, spinsegiubilando oltre il fosso i corridori,
e festeggianti lo seguîr gli Achivi.
Giunto al suo regio padigion, legollicon salda briglia alle medesme greppie
ove dolci pascen biade i corsieriDïomedèi. Ulisse all'alta poppa
le spoglie di Dolon sospende, e a Palla
prepararsi comanda un sacrificio.
Tersero quindi entrambi alla marinal'abbondante sudor, gambe lavando
e collo e fianchi. Riforbito il corpoe ricreato il cor, si ripurgaro
nei nitidi lavacri. Indi odorosidi pingue oliva si sedeano a mensa
pieni i nappi votando, ed a Minerva
libando di Lïèo l'almo licore.
LIBRO UNDECIMO
Dal croceo letto di Titon l'Aurora
sorgea, la terra illuminando e il cielo,
e vêr le navi achee Giove spedìala Discordia feral. Scotea di guerra
l'orrida insegna nella man la Dira,
e tal d'Ulisse s'arrestò su l'altacapitana che posta era nel mezzo,
donde intorno mandar potea la vocefin d'Aiace e d'Achille al padiglione,
che nella forza e nel gran cor securisottratte ai lati estremi avean le prore.
Qui ferma d'un acuto orrendo gridoempì l'achive orecchie, e tal ne' petti
un vigor suscitò, tale un desìo
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Giove Giove Minerva Achei Ulisse Dio Dïomede Achivi Dolon Palla Minerva Titon Aurora Giove Discordia Dira Ulisse Aiace Achille
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