mettean baleni di lontano. IntantoGiuno e Palla onorando il grande Atride
dier di sua mossa con fragore il segno.
All'auriga ciascuno allor comandache parati in bell'ordine sostegna
alla fossa i destrier, mentre a gran passichiuse nell'armi le pedestri schiere
procedono al nemico. Ancor non vedispuntar l'aurora, e d'ogni parte immenso
romor già senti. Come tutto giunsel'esercito alla fossa, immantinente
fur cavalli e pedoni in ordinanza,
questi primieri e quei secondi. IntantoGiove dall'alto romoreggia, e piove
di sangue una rugiada, annunziatricedelle molte che all'Orco in quel conflitto
anime generose avrìa sospinto.
D'altra parte i Troiani in su l'altezzasi schierano del poggio. In mezzo a loro
s'affaccendano i duci; il grande Ettorre,
d'Anchise il figlio che venìa qual numeda' Troiani onorato, il giusto e pio
Polidamante, e i tre antenòrei figli,
Polibo, io dico, ed il preclaro Agènore,
ed Acamante, giovinetto a cuidi celeste beltà fiorìa la guancia.
Maestoso fra tutti Ettor si volvecoll'egual d'ogni parte ampio pavese.
E qual di Sirio la funesta stellaor senza vel fiammeggia ed or rientra
nel buio delle nubi, a tal sembianzaor nelle prime file or nell'estreme
Ettore comparìa dando per tuttoprovvidenza e comandi, e tutta d'arme
rilucea la persona, e folgoravacome il baleno dell'Egìoco Giove.
Qual di ricco padron nel campo vannoi mietitori con opposte fronti
falciando l'orzo od il frumento; in lungaserie recise cadono le bionde
figlie de' solchi, e in un momento ingombradi manipoli tutta è la campagna;
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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