tali intorno ad Ulisse furļosis'aggruppano i Troiani. Alto ei sull'asta
insorge, e primo all'omero ferisceil buon Deļopģte; indi Toone
mette a morte ed Ennomo, e dopo questiChersidamante nel saltar che fea
dal cocchio a terra. Gli cacciņ la piccasotto il rotondo scudo all'umbilico,
e quei riverso nella polve strinsecolla palma la sabbia. Abbandonati
costor, coll'asta avventasi a Caropo,
d'Ippaso figlio, e dell'illustre Soco
fratel germano; e lo ferisce. Accorreil dėiforme Soco in sua difesa,
e all'Itacense fattosi vicinofermasi, e parla: Artefice di frodi
famoso, e sempre infatigato Ulisse,
oggi, o palma otterrai d'entrambi i figlid'Ippaso, e, spenti, n'avrai l'armi; o colto
tu dal mio telo perderai la vita.
Vibrņ, ciņ detto, e lo colpģ nel mezzodella salda rotella. Il vļolento
dardo lo scudo traforņ, ficcossinella corazza, e gli stracciņ sul fianco
tutta la pelle: non permise al ferrol'addentrarsi di pił Palla Minerva.
Conobbe tosto che letal non erail colpo Ulisse; e retrocesso alquanto,
Sciagurato, rispose al suo nemico,
or sģ che morte al varco ti raggiunse.
Mi togliesti, egli č vero, il poter oltrepugnar co' Teucri, ma ben io t'affermo
che questa di tua vita č l'ultim'ora,
e che tu dalla mia lancia qui domo,
la palma a me darai, lo spirto a Pluto.
Disse, e l'altro fuggiva. Al fuggitivoscaglia Ulisse il suo cerro, e a mezzo il tergo
sģ glielo pianta che gli passa al petto.
Dič d'armi un suono nel cadere, e il divovincitor l'insultņ: Soco, del forte
Ippaso cavaliero audace figlio,
morte t'ha giunto innanzi tempo, e vana
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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