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      fu la tua fuga. Misero! né il padregli occhi tuoi chiuderà né la pietosa
      madre, ma densi a te gli scaverannogli avoltoi dibattendo le grandi ali
      su la tua fronte; e me spento di tombaonoreranno i generosi Achei.
      Detto ciò, dalla pelle e dal ricolmobrocchier si svelse del possente Soco
      il duro giavellotto, e nel cavarlodiè sangue, e forte dolorossi il fianco.
      Visto il sangue d'Ulisse, i coraggiosiTeucri l'un l'altro inanimando mossero
      per assalirlo: ma l'accorto indietrosi ritrasse, e i compagni ad alta voce
      chiamò. Tre volte a tutta gola ei grida,
      tre volte il marzio Menelao l'intese,
      e ad Aiace converso, Aiace, ei disse,
      Telamònio regal seme divino,
      sento all'orecchio risonarmi il gridodel sofferente Ulisse, e tal mi sembra
      qual se, solo rimasto, ei sia da' Teucri
      nel forte della mischia oppresso e chiuso.
      Corriam, ché giusto è l'aitarlo: solofra nemici potrebbe il valoroso
      grave danno patirne, e costerìala sua morte agli Achei molti sospiri.
      Si mise in via, ciò detto, e lo seguivaquel magnanimo, tale al portamento
      che un Dio detto l'avresti: e il caro a Giove
      Ulisse ritrovâr da densa tormaaccerchiato di Teucri. A quella guisa
      che affamate s'attruppano le lincidintorno a cervo di gran corna, a cui
      fisse lo strale il cacciator nel fianco,
      e il ferito fuggì dal feritorefinché fu caldo il sangue e lesto il piede;
      ma domo alfine dallo stral nel boscolo dismembran le linci; allor, se guida
      colà fortuna un fier lïon, dispersesfrattano quelle, ed ei fa sua la preda:
      molta turba così di valorosiTeucri intorno al pugnace astuto Ulisse


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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