aggirasi; ma l'asta dimenandol'eroe tien lungi la fatal sua sera.
E comparir tremendo ecco d'Aiace
il torreggiante scudo, eccolo fermodinanzi a quell'oppresso, e scombuiarsi
chi qua chi lŕ per lo spavento i Teucri.
Per man lo prende allora il generosominor Atride, e fuor dell'armi il tragge
finché l'auriga i corridor gli adduca.
Ma il Telamňnio eroe contra i Troiani
irrompendo, il Prďamide bastardoDoriclo uccide; e poi Pandoco, e poi
Lisandro fiede e Piraso e Pilarte.
E come quando ruinoso un fiume,
cui crebbe l'invernal pioggia di Giove,
si devolve dal monte alla pianura,
e molte aride querce e molti pinirotando spinge una gran torba al mare:
tal cavalli tagliando e cavalieril'illustre Aiace furďoso insegue
per lo campo i Troiani; e non per ancon'aveva Ettorre udita la ruina,
ch'ei della zuffa sul sinistro cornopugnava in riva allo Scamandro, dove
il cader delle teste era piů spesso,
e infinito il clamor dintorno al grandeNestore e al marzio Idomenčo. Qui stava
Ettore, e oprava orrende cose, e densacolla lancia e col carro distruggeva
la gioventude achea. Né ancor per tantoavrian gli Argivi abbandonato il campo,
se il bel marito della bella Elčna
Alessandro ritrar non fea dall'armiil bellicoso Macaon, ferendo
l'illustre duce all'omero dirittocon trisulca saetta. Di quel colpo
tremâr gli Achivi, e si scorâr, temendoche, inclinata di Marte la fortuna,
non vi restasse il buon guerriero ucciso.
Onde a Nestore vňlto Idomenčo:
Eroe Nelěde, ei disse, alto splendoredegli Achivi, t'affretta, il carro ascendi
e Macaone vi raccogli, e ratto
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Aiace Teucri Atride Telamňnio Troiani Prďamide Pandoco Piraso Pilarte Giove Aiace Troiani Ettorre Scamandro Idomenčo Argivi Elčna Macaon Achivi Marte Nestore Idomenčo Nelěde Achivi
|