sferza i cavalli al mar, salva quel prode,
ch'egli val molte vite, e non ha parinel cavar dardi dalle piaghe, e spargerle
di balsamiche stille. - A questo diremontò l'antico cavaliero il cocchio
subitamente, vi raccolse il figliod'Esculapio divin medicatore,
sferzò i destrieri, e quei volaro al lidovolonterosi e dal desìo chiamati.
Vide in questa de' Teucri lo scompiglioCebrïon che d'Ettorre al fianco stava,
e rivolto a quel duce: Ettorre, ei disse,
noi di Dànai qui stiamo a far macellonel corno estremo dell'orrenda mischia,
e gli altri Teucri intanto in fuga vannocavalli e battaglier cacciati e rotti
dal Telamònio Aiace: io ben lo scernoall'ampio scudo che gli copre il petto.
Drizziamo il carro a quella volta, ch'ivipiù feroce de' fanti e cavalieri
è la zuffa, e più forti odo le grida.
Così dicendo, col flagel sonoroi ben chiomati corridor percosse,
che sentita la sferza a tutto corsofra i Troiani e gli Achei traean la biga,
cadaveri pestando ed elmi e scudi.
Era tutto di sangue orrido e lordol'asse di sotto e l'àmbito del cocchio,
cui l'ugna de' corsieri e la veloceruota spargean di larghi sprazzi. Anela
il teucro duce di sfondar la turba,
e spezzarla d'assalto. In un momentogli Achivi sgominò, sempre coll'asta
fulminando; e scorrendo entro le file,
colla lancia, col brando e con enormimacigni le rompea. Solo d'Aiace
evitava lo scontro. Ma l'Eterno
alto-sedente al cor d'Aiace incussetale un terror che attonito ristette,
e paventoso si gittò sul tergola settemplice pelle, e nel dar volta
come una fiera si guatava intorno
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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