Brillò sul volto della terra il sole,
e noi Minerva supplicando e Giove
appiccammo la zuffa. Aspro fu il cozzodelle due genti, ed io primiero uccisi
(e i corsieri gli tolsi) il bellicosoMulio, gener d'Augìa, del quale in moglie
la maggior figlia possedea, la biondaAgamède, cui nota era, di quante
l'almo sen della terra erbe produce,
la medica virtù. Questo io trafissicoll'asta, e lo distesi, e, dell'ucciso
salito il cocchio, mi cacciai tra' primi.
Visto il duce cader de' cavalieriche gli altri tutti di valor vincea,
si sgomentaro i generosi Elèi,
e fuggîr d'ogni parte. Io come turbomi serrai loro addosso, e di cinquanta
carri fei preda, e intorno a ciaschedunomordean la polve dal mio ferro ancisi
due combattenti. E messi a morte avreigli Attòridi pur anco, i due medesmi
Molïoni, se fuor della battaglianon li traea, coprendoli di nebbia,
il gran rege Nettunno. Al nostro ardirealta vittoria allor Giove concesse.
Perocché per lo campo, tutto sparsodi scudi e di cadaveri, tant'oltre
gl'inseguimmo uccidendo, e raccogliendole bell'armi nemiche, che spingemmo
fino ai buprasii solchi i corridori,
fin all'olenio sasso, ed alla rivad'Alèsio, al luogo che Calon si noma.
Qui fêr alto per cenno di Minerva
i vincitori, e qui l'estremo io spensi.
Da Buprasio frattanto i nostri prodiriconduceano a Pilo i polverosi
carri, e dar laude si sentìa da tuttia Giove in cielo, ed a Nestorre in terra.
Tal nelle pugne apparve il valor mio.
Ma del valor d'Achille il solo Achille
godrassi, e quando consumati ahi! tuttivedrà gli Achivi, piangerà, ma indarno.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Minerva Giove Augìa Elèi Attòridi Nettunno Giove Alèsio Calon Minerva Buprasio Pilo Nestorre Achille Achille Achivi
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