e il divino Scamandro e Simoenta
che volge sotto l'onde agglomeratitanti scudi, tant'elmi e tanti eroi.
Di questi rivoltò Febo le bocchecontro l'alta muraglia, e vi sospinse
nove giorni la piena. Intanto Giove,
perché più ratto l'ingoiasse il mare,
incessante piovea. Nettunno istessoprecorrea le fiumane, e col tridente
e coll'onda atterrò le fondamentache di travi e di sassi v'avean posto
i travagliosi Achivi; infin che tuttaal piano l'adeguò lungo la riva
dell'Ellesponto. Smantellato il muro,
fe' di quel tratto un arenoso lido,
e tornò le bell'acque al letto antico.
Di Nettunno quest'era e in un d'Apollo
l'opra futura. Ma la pugna intornoa quel valido muro or ferve e mugge.
Cigolar delle torri odi percossele compàgi, e gli Achei dentro le navi
chiudonsi domi dal flagel di Giove,
e paventosi dell'ettoreo braccio,
impetuoso artefice di fuga;
perocché pari a turbine l'eroesempre combatte. E qual cinghiale o bieco
leon cui fanno cacciatori e canidensa corona, di sue forze altero
volve dintorno i truci occhi, né temela tempesta de' dardi né la morte,
ma generoso si rigira e guardadove slanciarsi fra gli armati, e ovunque
urta, s'arretra degli armati il cerchio;
tal fra l'armi s'avvolge il teucro duce,
i suoi spronando a valicar la fossa.
Ma non l'ardìan gli ardenti corridoriche mettean fermi all'orlo alti nitriti,
dal varco spaventati arduo a saltarsie a tragittarsi: perocché dintorno
s'aprìan profondi precipizi, e il sommomargo d'acuti pali era munito,
di che folto v'avean contro il nemicoconfitto un bosco gli operosi Achei,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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