tutti l'un sovra l'altro nella polve.
Mentre che Polipète e Leontèo
delle bell'armi spogliano gli uccisi,
la numerosa e di gran core armatatroiana gioventude, impazïente
di spezzar la muraglia, arder le navi,
Polidamante ed Ettore seguìa,
i quai repente all'orlo della fossairresoluti s'arrestâr dubbiando
di passar oltre: perocché sublimeun'aquila comparve, che sospeso
tenne il campo a sinistra. Il fero augellostretto portava negli artigli un drago
insanguinato, smisurato e vivo,
ancor guizzante, e ancor pronto all'offese;
sì che volto a colei che lo ghermìa,
lubrico le vibrò tra il petto e il collouna ferita. Allor la volatrice,
aperta l'ugna per dolor, lasciollocader dall'alto fra le turbe, e forte
stridendo sparve per le vie de' venti.
Visto in terra giacente il maculatoserpe, prodigio dell'Egìoco Giove,
inorridiro i Teucri, e fatto avantiall'intrepido Ettòr Polidamante
sì prese a dir: Tu sempre, ancorché io portiottimi avvisi in parlamento, o duce,
hai pronta contro me qualche rampogna,
né pensi che non lice a cittadinoné in assemblea tradir né in mezzo all'armi
la verità, servendo all'augumentodi tua possanza. Dirò franco adunque
ciò che il meglio or mi sembra. Non si vadacoll'armi ad assalir le navi achee.
Il certo evento che n'attende è scrittonell'augurio comparso alla sinistra
dell'esercito nostro, appunto in quellache si volea travalicar la fossa,
dico il volo dell'aquila portantenell'ugna un drago sanguinoso, immane
e vivo ancor. Com'ella cader tostolasciò la preda, pria che al caro nido
giungesse, e pasto la recasse a' suoi
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Polipète Leontèo Ettore Egìoco Giove Teucri Ettòr Polidamante
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