forza si vanno a rovesciar sovr'essoi licii capitani, e di costoro
l'impeto è noto nel pugnar. Se voisiete in gran briga voi medesmi, almeno
vien tu, forte figliuol di Telamone,
e tu, Teucro, signor d'arco tremendo.
Tacque, ed il grande Telamònio figlioal figlio d'Oilèo si volse e disse:
Tu, Aiace, e tu forte Licomede
qui restatevi entrambi, ed infiammatel'acheo coraggio alla battaglia. Io volo
colà allo scontro del nemico, e datala chiesta aita, subito ritorno.
Partì l'eroe, ciò detto, ed il germanoTeucro il seguiva, e Pandïon portante
l'arco di Teucro. Costeggiando il muroalla torre arrivâr di Menestèo:
ed entrâr nella zuffa, appunto in quellache a negro turbo simiglianti i duci
animosi de' Licii avean de' merligià vinto il sommo. Si scontrâr gli eroi
fronte a fronte, e levossi alto clamore.
Primo l'Aiace Telamònio ucciseil magnanimo Epìcle, un caro amico
di Sarpedon. Giacea sull'ardua cimadella muraglia un aspro enorme sasso,
tal che niun de' presenti, anco sul fioredelle forze, il potrebbe agevolmente
a due man sollevar. Ma lieve in altolevollo Aiace, e lo scagliò. L'orrendo
colpo diruppe il bacinetto, e tuttel'ossa del capo sfracellò. Dall'alta
torre il percosso a notator simìlecadde, e l'alma fuggì. Teucro di poi
di strale a Glauco il nudo braccio impiagamentre il muro assalisce, e lo costrigne
la pugna abbandonar. Glauco d'un saltogiù dagli spaldi gittasi furtivo,
onde nessuno degli Achei s'avveggadi sua ferita, e villanìa gli dica.
Ben se n'accorse Sarpedonte, ed altadell'amico al partir doglia il trafisse.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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