fan due villan, la pertica alla mano,
del limite baruffa, e poca listadi terra è tutto della lite il campo:
così dei merli combattean costoro,
e sovra i merli contrastati un fierospezzar si fea di scudi e di brocchieri
su gli anelanti petti; e molti intornocadean gli uccisi; altri dal crudo acciaro
nel voltarsi trafitti il tergo ignudo;
altri, ed erano i più, da parte a partetrapassati le targhe. Da per tutto
torri e spaldi rosseggiano di sanguee troiano ed acheo; né fra gli Achei
nullo ancor segno si vedea di fuga.
Siccome onesta femminetta, a cuiprocaccia il vitto la conocchia, in mano
tien la bilancia, e vi sospende e pesacon rigorosa trutina la lana,
onde i suoi figli sostentar di scarsoalimento; così de' combattenti
equilibrata si tenea la pugna,
finché l'ora pur venne in che doveaspinto da Giove superar primiero
Ettore la muraglia. Alza ei repentela terribile voce, ed, Accorrete,
grida, o forti Troiani, urtate il muro,
spezzatelo, gittate alfin le fiammevendicatrici nella classe achea.
L'udiro i Teucri, ed incitati e densiavventârsi ai ripari, e sovra il muro
montâr coll'aste in pugno. Appo le porteun immane giacea macigno acuto:
non l'avrìan mosso agevolmente duede' presenti mortali anche robusti
per carreggiarlo. A questo diè di piglioEttore; ed alto sollevollo, e solo
senza fatica l'agitò; ché Giove
in man del duce lo rendea leggiero.
E come nella manca il mandrïanolieve sostien d'un arïète il vello,
insensibile peso; a questa guisaEttore porta sollevato in alto
l'enorme sasso, e va dirittamente
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Achei Giove Accorrete Troiani Teucri Giove
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