e l'impulso de' pič sento di sottosė, che pur solo d'azzuffarmi anelo
coll'indomito Ettorre. - Era di questitale il discorso, e tal dell'armi il caldo
desir che in petto avea lor posto il nume.
Nettunno intanto degli Achei ridestal'ultime file, che scorate e stanche
dal marzïal travaglio appo i navigliprendean respiro, e di gran duol cagione
era loro il veder che l'alto muroavean varcato con tumulto i Teucri.
Piovea lor dalle ciglia a quella vistaun largo pianto, di scampar perduta
ogni speranza. Ma col pronto arrivole ravvivō Nettunno; e pria Leėto
e Teucro e Dëipėro e Penelčo
e Merïone e Antėloco e Toante,
tutti eroi bellicosi, inanimando,
Oh vergogna! esclamō, cosė combatteor dell'argiva gioventude il fiore?
nel valor delle vostre armi io speravasalve le navi: ma se voi la fiera
pugna cessate, il dė supremo č questodella nostra caduta. Oh cielo! oh indegno
spettacolo ch'io veggo, e ch'io non maipossibile credea! fino alle navi
irrompere i Troiani, essi che dianzinon eran osi né un momento pure
far fronte ai Greci, e ne fuggėan la possacome timide cerve, che vaganti
per la foresta, e imbelli e senza coreson di linci, di lupi e leopardi
l'ingorde canne a satollar serbate.
Or ecco che lontan dalla cittadefino alle navi la battaglia spingono
colpa del duce Atride e noncuranzade' guerrier che con esso incolloriti,
anzi che a scampo delle navi armarsi,
trucidar vi si fanno. E nondimenobenché l'Atride eroe veracemente
sia di ciō tutto la cagion, per l'ontach'egli fece al Pelėde, a noi non lice
a verun patto abbandonar la pugna.
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Ettorre Achei Teucri Nettunno Leėto Dëipėro Penelčo Antėloco Toante Troiani Greci Atride Atride Pelėde
|