tranquillo e lieto la crudel contesa.
Cosě divisi di favor li duepossenti figli di Saturno, acerbe
orděan gravezze ai combattenti eroi.
Di qua Giove ai Troiani e al forte Ettorre
la vittoria desěa; non ch'egli interovoglia lo scempio della gente achea,
ma sol quanto a innalzar del grande Achille
basti la gloria ed onorar la madre:
di lŕ furtivo da' suoi gorghi uscitoNettunno infiamma colla děa presenza
degli Argivi il coraggio, e del vederlidomi dai Teucri doloroso freme
contro Giove di sdegno. Una č d'entrambil'origine divina e il nascimento:
ma nacque Giove il primo, e piů sapea.
Quindi il minor fratello alla scopertaoso non era d'aitarli, e solo
celatamente ed in sembianza umanainfondea loro ardire. A questo modo
l'un nume e l'altro agli uni e agli altri iniquad'aspre discordie ordiro una catena
che né spezzare si potea né sciorre,
e che stese di molti al suol la forza.
Quantunque sparso di canizie il crine,
con vigor fresco allora Idomenčo,
fatto ai Greci coraggio, i Teucri assalse,
e sbaragliolli, ucciso Otrďončo.
Di Cŕbeso poc'anzi era costuivenuto al grido della guerra, e a sposa
la piů bella chiedea, senza dotarla,
delle fanciulle prďamče, Cassandra;
e l'alta impresa di scacciar da Troia
lor malgrado gli Achivi impromettea.
Gli avea di questo intenzďon giŕ datail re vecchio e l'assenso, ed animato
dalle promesse il vantator pugnavaarditamente, ed incedea superbo.
Colla fulgida lancia Idomenčo
l'adocchiň, lo colpě, gl'infisse il teloin mezzo all'epa dalle piastre invano
del torace difesa. Alto fragore
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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