il tuo voler, qual sia. - Dammi, ripresela scaltra Giuno, l'amoroso incanto
che tutti al dolce tuo poter suggettai mortali e gli Dei. Dell'alma terra
ai fini estremi a visitar men vadol'antica Teti e l'Oceàn de' numi
generator, che présami da Rea,
quando sotto la terra e le profondevoragini del mar di Giove il tuono
precipitò Saturno, mi nudrirone' lor soggiorni, e m'educâr con molta
cura ed affetto. A questi io vado, e soloper ricomporne una difficil lite
ond'ei da molto a gravi sdegni in predae di letto e d'amor stansi divisi.
Se con parole ad acchetarli arrivoe a rannodarne i cuori, io mi son certa
che sempre avranmi e veneranda e cara.
E l'amica del riso Citerèa,
Non lice, replicò, né dêssi a quellache del tonante Iddio dorme sul petto,
far di quanto ella vuol niego veruno.
Disse; e dal seno il ben trapunto e vagocinto si sciolse, in che raccolte e chiuse
erano tutte le lusinghe. V'erad'amor la voluttà, v'era il desire
e degli amanti il favellìo segreto,
quel dolce favellìo ch'anco de' saggiruba la mente. In man gliel pose, e disse:
Prendi questo mio cinto in che si chiudeogni dolcezza, prendilo, e nel seno
lo ti nascondi, e tornerai, lo spero,
tutte ottenute del tuo cor le brame.
L'alma Giuno sorrise, e di contentolampeggiando i grand'occhi in quel sorriso,
lo si ripose in seno. Alle paternestanze Ciprigna incamminossi: e Giuno
frettolosa lasciò l'olimpie cime,
e la Pïeria sorvolando e i lietiemazii campi, le nevose vette
varcò de' tracii monti, e non toccavacol piè santo la terra. Indi dell'Ato
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Giuno Teti Oceàn Rea Giove Saturno Citerèa Iddio Giuno Ciprigna Giuno Pïeria Ato
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