tal che per essa né del Sol pur ancola vista passerà quantunque acuta.
Disse, ed in grembo alla consorte il figliodi Saturno s'infuse: e l'alma terra
di sotto germogliò novelle erbettee il rugiadoso loto e il fior di croco
e il giacinto, che in alto li reggeasoffice e folto. Qui corcârsi, e densa
li ricopriva una dorata nubeche lucida piovea dolce rugiada.
Sul Gargaro così queto dormìaGiove in braccio alla Dea, preda d'amore
e del soave Sonno che velocecorse alle navi ad avvisarne il nume
scotitor della Terra; e a lui venuto,
con presto favellar, T'affretta, ei disse,
a soccorrer gli Achivi, o re Nettunno,
e almen per poco vincitor li rendifinché Giove si dorme. Io lo ricinsi
d'un tener sopor mentre ingannatodalla consorte in seno le riposa.
Sparve il Sonno, ciò detto, e de' mortalisu l'altere città l'ali distese.
Allor Nettunno d'aitar bramosopiù che prima gli Achei, diessi nel mezzo
alle file di fronte, alto gridando:
Achivi, lascerem di Priamo al figlionoi dunque il vanto di novel trïonfo,
e la gloria d'averne arse le navi?
Ei certo lo si crede, e vampo mena,
perché d'Achille neghittosa è l'ira.
Ma d'Achille non fia molto il bisogno,
se noi far opra delle man sapremo,
e alternarci gli aiuti. Or su, concordiseguiam tutti il mio detto. I più sicuri
e grandi scudi, che nel campo sièno,
imbracciamo, e copriam de' più lucentielmi le teste, e le più lunghe picche
strette in pugno, marciam: io vi precedo,
né per forte ch'ei sia l'audace Ettorre,
l'impeto nostro sosterrà. Chïunque
è guerrier valoroso, e di leggiero
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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