move rapidi i passi, inanimandoi cavalieri. Ma gli Achei, siccome
veltri e villani che un cornuto cervoinseguono, o una damma a cui fa schermo
alto dirupo o densa ombra di bosco,
poiché lor vieta di pigliarla il fato;
se a lor grida s'affaccia in su la viaun barbuto leon colle sbarrate
mascelle orrende, incontanente tutti,
benché animosi, volgono le terga:
cosě agli Achei, che stretti infino allorasenza posa inseguito aveano i Teucri
colle lance ferendo e colle spade,
visto aggirarsi tra le file Ettorre,
cadde a tutti il coraggio. Allor si mosseToante Andremoněde, il piů gagliardo
degli etňli guerrieri. Era costuidi saetta del par che di battaglia
a pič fermo perito, e degli Achivi
pochi in arringhe lo vincean, se garafra giovani nascea nella bell'arte
del diserto parlar. - Numi! qual veggogran prodigio? (dicea questo Toante)
Dalla Parca scampato, e di bel nuovorisurto Ettorre! E speravam noi tutti
che per le man d'Aiace egli giacesse.
Certo qualcuno de' Celesti i giornipreservň di costui, che molti al suolo
degli Achivi giŕ stese, e molti ancorane stenderŕ, mi credo; ché non senza
l'altitonante Giove egli sě francoalla testa de' Teucri č ricomparso.
Tutti adunque seguiamo il mio consiglio.
La turba ai legni si raccosti; e noi,
quanti del campo achivo i piů valentici vantiamo, stiam fermi e coll'alzate
aste vediam di repulsarlo. Io speroche quantunque animoso, ei nella calca
entrar non ardirŕ di scelti eroi.
Disse, e tutti obbedîr volonterosi.
Ambo gli Aiaci e Teucro e Idomenčo
e Merďone e il marzďal Megčte
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Achei Achei Teucri Ettorre Andremoněde Achivi Toante Parca Ettorre Aiace Celesti Achivi Giove Teucri Aiaci Teucro Idomenčo Megčte
|