Attico duceera Jaso, e figliuol detto venìa
del Bucolide Sfelo. A Mecistèo
Polidamante nelle prime filetolse la vita; ad Echïon Polìte,
ed Agenore a Clònio. A Dëijòco,
tra quei di fronte in fuga volto, al tergovibra Paride l'asta e lo trafigge.
Mentre l'armi rapìan questi agli uccisi,
giù nell'irto di pali orrendo fossoprecipitando i fuggitivi Achei
d'ogni parte correan, dalla crudelenecessità sospinti, entro il riparo
della muraglia: ed alto alle sue schieregridava Ettorre di lasciar le spoglie
sanguinolente, e sul navile a gittopiombar: Qualunque scorgerò ristarsi
dalle navi lontan, di propria manol'ucciderò, né morto il metteranno
su la pira i fratei né le sorelle,
ma innanzi ad Ilio strazieranlo i cani.
Sì dicendo, sonar fe' su le groppede' cavalli il flagello e li sospinse
per le file, animando ogni guerriero.
Dietro al lor duce minacciosi i Teucri
con immenso clamor drizzaro i cocchi.
Iva Apollo davanti, e col leggierourto del piede lo ciglion del cupo
fosso abbattendo il riversò nel mezzo,
e ad immago di ponte un'ampia stradaspianovvi, e larga come d'asta il tiro,
quando a far di sue forze esperimentoun lanciator la scaglia. Essi a falangi
su questa via versavansi, ed Apollo
sempre alla testa, sollevando in altol'egida orrenda, degli Achivi il muro
atterrava con quella agevolezzache un fanciullo talor lungo la riva
del mar per giuoco edifica l'arena,
e per giuoco co' piedi e colle manipoco poi la rovescia e la rimesce.
Tale fu, Febo arcier, l'opra in che tantosudâr gli Achivi, dispergesti, e loro
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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