proferiscon sentenze: allor furentisboccan ne' campi i fiumi; giù dal monte
precipitando le sonanti pienesquarcian le ripe, e nel purpureo mare
devolvonsi mugghiando, e dal cultorecorrompono la speme e la fatica:
così gementi corrono e sbuffantii troiani cavalli. Intanto rotte
le prime schiere, di Menèzio il figliole ricaccia, le stringe alla marina,
lor tagliando il ritorno al desïatoIlio; e tra il mare e il Xanto e l'alto muro
incalzava, uccideva e vendicavamolte morti d'eroi. E primamente
ferì d'asta Pronòo che mal di scudocoprìasi il petto. Lo trafisse; e quegli
giù cadendo, nell'armi risonò.
Poi d'Enòpo il figliuol Tèstore assalseimpetuosamente. Iva costui
sovra elegante cocchio, la personacurvo ed in atto di raccor le briglie,
che smarrito nel cor s'avea lasciatodalle mani fuggir. Gli si fe' sopra
l'eroe coll'asta, e tal gli spinse un colposu la destra mascella, che la siepe
sprofondògli dei denti. A questo modoinfilzato nell'asta sollevollo
dalla conca del cocchio, e il trasse a terra.
Quale il buon pescator sovra sporgentescoglio seduto colla lenza, armata
di fulgid'amo, fuor dell'onda estraggeenorme pesce; a cotal guisa il Greco
fuor del cocchio tirò colla lucenteasta il confitto boccheggiante, e poscia
lo scrollò dalla picca, e lungi al suololo gittò sanguinoso e senza vita.
Quindi Erìalo, che contro gli venìa,
giunge d'un sasso al mezzo della fronte,
e in due, chiusa nel forte elmo, la spacca.
Boccon versossi nella sabbia, e mortelo si recinse e gli rapìo la vita.
Indi Erimante, Anfòtero ed Epalte
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Menèzio Xanto Pronòo Enòpo Tèstore Greco Erìalo Erimante Anfòtero Epalte
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