a Giove piacque esasperar gli sdegni.
Così le corruscanti arme gli Achivi
trasser di dosso a Sarpedonte, e alteroalle navi invïolle il vincitore.
Allor l'eterno adunator de' nembiad Apollo così: Scendi veloce,
Febo diletto, e da quell'alto ingombrod'armi sottraggi Sarpedonte, e terso
dall'atro sangue altrove il porta, e il lavaalla corrente, e lui d'ambrosia sparso
d'immortal veste avvolgi: indi alla Morte
ed al Sonno gemelli fa precettoche all'opime di Licia alme contrade
il portino veloci, ove di tombae di colonna, onor de' morti, egli abbia
da' fratelli conforto e dagli amici.
Disse: e al paterno cenno obbedïentecalossi Apollo dall'idèa montagna
sul campo sanguinoso, e in un balenodi sotto ai dardi Sarpedon levando,
e lontano il recando alla correntetutto lavollo, e l'irrigò d'ambrosia,
e di stola immortal lo ricoperse;
quindi al Sonno comanda ed alla Morte
d'indossarlo e portarselo veloci:
e quei subitamente ebber depostonella licia contrada il sacro incarco.
In questo mentre di Menèzio il figlioi cavalli e l'auriga inanimando
ai Licii dava e ai Dardani la caccia.
Stolto! ché in danno gli tornò dassezzo.
Se d'Achille obbedìa saggio al comando,
schivato ei certo della Parca avrebbeil decreto fatal: ma più possente
e di Giove il voler, che de' mortali.
Arbitro della tema ei mette in fugai più forti a suo senno, e allor pur anco
ch'egli medesmo a battagliar li sprona,
lor toglie la vittoria; e questo ei feced'audacia empiendo di Patròclo il petto.
Or qual prima, qual poi spingesti a Pluto,
quando alla morte ti chiamâr gli Dei,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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