Perché tale qual sei, Glauco, favellicosì superbo? Io ti credea per senno
miglior di quanti la feconda glebadella Licia nudrisce. Or veggo a prova
che tu se' stolto, se affermar t'attentiche d'Aiace lo scontro io non sostenni.
Né la pugna io, no mai, né il calpestìode' cavalli pavento, ma di Giove
l'alto consiglio che ogni forza eccede.
Egli in fuga ne mette a suo talentoanche i più prodi, e ne' conflitti or toglie
or dona la vittoria. Orsù, vien meco,
statti, amico, al mio fianco, e vedi al fattose quel vile sarò tutto quest'oggi
che tu dicesti, o se saprò l'ardiredi qualunque domar gagliardo Acheo
che del morto s'innoltri alla difesa.
Quindi le schiere inanimando grida:
Teucri, Dardani, Licii, or vi mostrateuomini, e il petto vi conforti, amici,
dell'antico valor la rimembranza,
mentre l'armi d'Achille, da me tolteall'ucciso Patroclo, io mi rivesto.
Disse, e corse e raggiunse in un balenodelle bell'arme i portatori, e date
a recarsi nel sacro Ilio le sue,
fuor del conflitto ed a' suoi prodi in mezzole immortali si cinse armi d'Achille,
dono de' numi al genitor Pelèo,
che poi vecchio le cesse al suo gran figlio:
ma il figlio in quelle ad invecchiar non venne.
Come il sommo de' nembi adunatoredel Pelìde indossarsi le divine
armi lo vide, crollò il capo, e seconel suo cor favellò: Misero! al fianco
ti sta la morte, e tu nol pensi, e l'armiti vesti dell'eroe che de' guerrieri
tutti è il terrore, a cui tu il forte hai spentomansueto compagno, armi d'eterna
tempra a lui tolte con oltraggio. Or iod'alta vittoria ti farò superbo,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Glauco Licia Aiace Giove Acheo Dardani Licii Achille Patroclo Ilio Achille Pelèo Pelìde Misero
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