Cosė qual vasto incendio arde il conflitto;
e del Sol detto avresti e della Luna
spento il chiaror; cotanta era sul campol'atra caligo che dintorno al morto
Patroclo il fiore de' guerrier coprėa,
mentre l'un'oste e l'altra a ciel serenolibera altrove combattea. Su questi
puro si spande della luce il fiume:
nessuna nube al pian, nessuna al monte.
Cosė la pugna ha i suoi riposi, e moltospazio correndo tra i pugnanti, ognuno
dalle mutue si scherma aspre saette.
Ma cotesti di mezzo hanno travagliodall'armi a un tempo e dalla nebbia, e il ferro
i pių prestanti crudelmente offende.
Sol due guerrieri non avean per ancodel buon Patrōclo la ria morte udita,
due guerrier glorïosi, Trasimčde
e Antėloco: ma vivo e tuttavoltaalle mani il credean co' Teucri al centro
della battaglia. E intanto essi la stragede' compagni veduta e la paura,
pugnavano in disparte, e come impostofu lor dal padre, dalle negre navi
tenean lontano le nemiche offese.
Ma il conflitto maggior ferve dintornoal valoroso del Pelėde amico,
terribile conflitto, e senza posafino al tramonto della luce. A tutti
dissolve la stanchezza e gambe e piedie ginocchia; il sudore a tutti insozza
e le mani e la faccia; e quale, allorache a robusti garzoni il coreggiaio
la pingue pelle a rammollir commettedi gran tauro; disposti essi in corona
la stirano di forza; immantinentel'umidor ne distilla, e l'adiposo
succo le fibre ne penčtra, e tuttoa quel molto tirar si stende il cuoio:
tale in piccolo spazio i combattentigareggiando traean da opposti lati
il cadavere, questi nella speme
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Sol Luna Patrōclo Trasimčde Teucri Pelėde
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