Su le porte Scee
tutto un giorno durò l'aspro conflitto.
E il dì stesso Ilïon sarìa caduto,
s'alta strage menar visto il gagliardodi Menèzio figliuol, non l'uccidea
tra i combattenti della fronte Apollo,
esaltandone Ettorre. Or io pel figliovengo supplice madre al tuo ginocchio,
onde a conforto di sua corta vitadi scudo e d'elmo provveder tu il voglia,
e di forte lorica e di schiniericon leggiadro fermaglio. A lui perdute
ha tutte l'armi dai Troiani uccisoil suo fedel compagno, ed egli or giace
gittato a terra, e dal dolore oppresso.
Tacque; e il mal fermo Dio così rispose:
Ti riconforta, o Teti, e questa curanon ti gravi il pensier. Così potessi
alla morte il celar quando la Parca
sul capo gli starà, com'io di bellearmi fornito manderollo, e tali
che al vederle ogni sguardo ne stupisca.
Lasciò la Dea, ciò detto, e impazïenteai mantici tornò, li volse al fuoco,
e comandò suo moto a ciascheduno.
Eran venti che dentro la fornaceper venti bocche ne venìan soffiando,
e al fiato, che mettean dal cavo seno,
or gagliardo or leggier, come il bisognochiedea dell'opra e di Vulcano il senno,
sibilando prendea spirto la fiamma.
In un commisti allor gittò nel fuocoargento ed auro prezïoso e stagno
ed indomito rame. Indi sul toppolocò la dura risonante incude,
di pesante martello armò la dritta,
di tanaglie la manca; e primamenteun saldo ei fece smisurato scudo
di dèdalo rilievo, e d'auro intornotre ben fulgidi cerchi vi condusse,
poi d'argento al di fuor mise la soga.
Cinque dell'ampio scudo eran le zone,
e gl'intervalli, con divin sapere,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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