le guide, e tolta nella man la sferza,
salta sul cocchio Automedón. Vi montadopo, raggiante come Sole, Achille
tutto presto alla pugna, e con tremendavoce ai paterni corridor sì grida:
Xanto e Bàlio a Podarge incliti figli,
sia vostra cura in salvo ricondurresazio di stragi il signor vostro; e morto
nol lasciate colà come Patròclo.
Chinò la testa l'immortal corsieroXanto: diffusa per lo giogo andava
fino a terra la chioma, ed ei da Giuno
fatto parlante udir fe' questi accenti:
Achille, in salvo questa volta ancorati trarremo noi, sì; ma ti sovrasta
l'ultim'ora, né fia nostra la colpa,
ma di Giove e del Fato. Se dell'armispogliâr Patroclo i Troi, non accusarne
nostra pigrizia e tardità, ma il fortedi Latona figliuolo. Ei nella prima
fronte l'uccise, e dienne a Ettòr la palma.
Noi Zefiro sfidiamo, il più velocede' venti, al corso; ma nel Fato è scritto
che un Dio te domi ed un mortal... Troncarol'Erinni i detti. E a lui l'irato Achille:
Xanto, a che morte mi predir? Non toccaquesto a te. Qui cader deggio lontano,
lo so, dai cari genitor; ma priatrarrò tutta di guerre a' Troi la voglia.
Disse, e gridando i corridor sospinse.
LIBRO VENTESIMO
Così dintorno a te, marzio Pelìde,
gli Achei metteansi in punto appo le navi,
e i Troi del campo sul rïalto. A Temi
Giove allor comandò che dalle molteeminenze d'Olimpo a parlamento
convocasse gli Dei. Volò la Diva
d'ogni parte, e chiamolli alla stellatamagion di Giove. Accorser tutti, e, tranne
il canuto Oceàn, nullo de' Fiumi
né delle Ninfe vi mancò, de' boschie de' prati e de' fonti abitatrici.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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