e corse ai Teucri un freddo orror per l'ossavisto nell'armi lampeggiar, sembiante
al Dio tremendo delle stragi, Achille.
Ma quando le celesti alle terrenearmi fur miste, una ineffabil surse
di genti agitatrici aspra contesa.
Terribile Minerva, or sull'estremofosso volando ed or sul rauco lido,
da questa parte orribilmente grida:
grida Marte dall'altra a tenebrosoturbin simìle, ed or dall'ardue cime
delle dardanie torri, ed or sul poggiodi Colone lunghesso il Simoenta
correndo, infiamma a tutta voce i Teucri.
Così l'un campo e l'altro inanimandogli Dei beati gli azzuffâr, commisti
in conflitto crudel. Dall'alto allorade' mortali e de' numi orrendamente
il gran padre tuonò: scosse di sottol'ampia terra e de' monti le superbe
cime Nettunno. Traballâr dell'Ida
le falde tutte e i gioghi e le troianerocche, e le navi degli Achei. Tremonne
Pluto il re de' sepolti e spaventatodiè un alto grido e si gittò dal trono,
temendo non gli squarci la terrenavolta sul capo il crollator Nettunno,
ed intromessa colaggiù la luceagli Dei non discopra ed ai mortali
le sue squallide bolge, al guardo orrendeanco del ciel; cotanto era il fragore
che dal conflitto de' Celesti uscìa.
Contra Nettunno il re dell'arco Apollo,
contra Marte Minerva, e contra Giuno
sta delle cacce e degli strali amantela sorella di Febo alma Dïana:
contra il dator de' lucri e servatoredi ricchezze Mercurio era Latona,
contra Vulcano il vorticoso fiumedai mortali Scamandro e dagli Dei
Xanto nomato. E questo era di numicontro numi il certame e l'ordinanza.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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