Ma di scagliarsi fra le turbe in cercadel Priāmide Ettorre arde il Pelėde,
ché innanzi a tutto gli comanda il coredi far la rabbia marzïal satolla
di quel sangue abborrito. Allor destandole guerriere faville Apollo spinse
contro il tessalo eroe d'Anchise il figlio,
e presa la favella e la sembianzadel Prïameio Licaon gl'infuse
ardimento e valor con questi accenti:
Illustre duce Enea dove n'andarole fatte tra le tazze alte promesse
al re de' Teucri, che pur solo avresticontro il Pelėde Achille combattuto?
Prïamėde, e perché, contro mia voglia,
Enea rispose, ad affrontar mi sproniquell'invitto guerrier? Gli stetti a fronte
pur altra volta, ed altra volta in fugala sua lancia dall'Ida mi sospinse,
quando, assaliti i nostri armenti, ei Pčdaso
e Lirnesso atterrō. Giove protesseil mio ratto fuggir: senza il suo nume
m'avrėa domo il Pelėde, esso e Minerva
che il precorrendo lo spargea di luce,
e de' Teucri e de' Lčlegi alla stragela sua lancia animava. Alcun non sia
dunque che pugni col Pelėde. Un Dio
sempre va seco che il difende, e drittovola sempre il suo telo, e non s'arresta
finché non passi del nemico il petto.
Se della guerra si librasse egualedai Sampiterni la bilancia, ei certo,
fosse tutto qual vantasi di ferro,
non avrėa meco agevolmente il meglio.
E tu pur prega i numi, o valoroso,
rispose Apollo, ché tu pure, č fama,
di Venere nascesti, ed ei di Diva
inferïor, ché quella a Giove, e questaal marin vecchio č figlia. Orsų dirizza
in lui l'invitto acciaro, e non lasciartiper minacce fugar dure e superbe.
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Priāmide Ettorre Pelėde Apollo Anchise Prïameio Licaon Enea Teucri Pelėde Achille Ida Pčdaso Pelėde Minerva Teucri Lčlegi Pelėde Dio Sampiterni Apollo Venere Diva Giove
|