pose qui poscia alle dardanie mura.
Perocché non ancora allor nel pianosorgean le sacre ilìache torri, e il molto
suo popolo le idèe falde copriva.
Di Dàrdano fu nato il re d'ogni altropiù opulente Erittònio. A lui tre mila
di teneri puledri allegre madrile convalli pascean. Innamorossi
Borea di loro, e di destrier morellopresa la forma alquante ne compresse,
che sei puledre e sei gli partoriro.
Queste talor ruzzando alla campagnacorrean sul capo delle bionde ariste
senza pur sgretolarle; e se co' saltiprendean sul dorso a lascivir del mare,
su le spume volavano de' fluttisenza toccarli. D'Erittònio nacque
Tröe re de' Troiani, e poi di Troe
generosi tre figli Ilo ed Assàraco,
e il deïforme Ganimede, al tuttode' mortali il più bello, e dagli Dei
rapito in cielo, perché fosse a Giove
di coppa mescitor per sua beltade,
ed abitasse con gli Eterni. Ad Ilo
nacque l'alto figliuol Laomedonte;
Titone a questo e Prìamo e Lampo e Clìzio
e l'alunno di Marte Icetaone:
Assàraco ebbe Capi, e Capi Anchise,
mio venitore, e Prìamo il divo Ettorre.
Ecco il sangue ch'io vanto. Il resto scendetutto da Giove che ne' petti umani
il valor cresce o scema a suo talento,
potentissimo iddio. Ma tregua omaifra l'armi a borie fanciullesche. Entrambi
possiam d'ingiurie aver dovizia e tantache nave non potrìa di cento remi
levarne il pondo. De' mortai volubilee la lingua, e ne piovono parole
d'ogni maniera in largo campo, e qualedirai motto, cotal ti fia rimesso.
Ma perché d'onte tenzonar siccomestizzose femminette che nel mezzo
della via si rabbuffano, col vero,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Dàrdano Erittònio Erittònio Troiani Troe Ilo Assàraco Ganimede Giove Eterni Ilo Laomedonte Prìamo Lampo Clìzio Marte Icetaone Capi Capi Anchise Prìamo Ettorre Giove
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