Qual cacciate dall'impeto del fuocoalzan repente le locuste il volo
sul margo del ruscello: arde velocel'inopinata fiamma, e quelle in fretta
spaventate si gettano nel rio:
tal dinanzi al Pelėde la sonantecorsėa di Xanto rïempėasi tutta
di guerrieri e cavalli alla rinfusa.
Su la sponda del fiume allor poggiataalle mirėci la pelėaca antenna,
strinse l'eroe la spada, e dentro il fluttocome demón lanciossi, rivolgendo
opre orrende nel cor. Menava a cerchioil terribile acciar; s'udėa lugųbre
dei trafitti il lamento, e tinta in rossol'onda correa. Qual fugge innanzi al vasto
delfin la torma del minuto pesce,
che di tranquillo porto si riparanei recessi atterrito, ed ei n'ingoia
quanti ne giunge: paurosi i Teucri
cosė ne' greti s'ascondean del fiume.
Poiché stanca d'ucciderli il Pelėde
sentė la destra, dodici ne presevivi e di scelta gioventų, che il fio
dovean pagargli dell'estinto amico.
Stupidi per terror come cervettifuor degli antri ei li tira, e co' politi
cuoi di che strette avean le gonne, a tuttidietro annoda le mani, e a' suoi compagni
onde trarli alle navi li commette.
Vago ei poscia di stragi in mezzo all'acquediessi di nuovo impetuoso, e il figlio
del dardānide Prėamo Licaone
gli occorse in quella che fuggėa dal fiume.
Ne' paterni poderi un'altra volta,
venutovi notturno, egli l'aveasorpreso e seco a viva forza addutto
mentre inaccorto con tagliente accettai nuovi rami recidendo stava
di selvatico fico, onde foggiarnedi bel carro il contorno: all'improvvista
gli fu sopra in quell'opra il divo Achille,
| |
Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
|
|
Pelėde Xanto Teucri Pelėde Prėamo Licaone Achille
|