Sorgi, disse, mio figlio; a te si spettapugnar col Xanto: non tardar, risveglia
le tremende tue fiamme. Io di Ponente
e di Noto a destar dalla marinavo le gravi procelle, onde l'incendio
per lor cresciuto i corpi involva e l'armede' Troiani, e le bruci. E tu del Xanto
lungo il margo le piante incenerisci,
fa che avvampi egli stesso; e non lasciartiné per minacce né per dolci preghi
svolger dall'opra, né allentar la forzas'io non ten porga con un grido il segno.
Frena allora gl'incendii e ti ritira.
Ciò detto appena, un vasto foco acceseVulcano, e lo scagliò. Si sparse quello
prima pel campo, e i tanti, di che pienoil Pelìde l'avea, morti combusse.
Si dileguâr le limpid'acque, e tuttoseccossi il pian, qual suole in un istante
d'autunnale aquilon sciugarsi al soffiol'orto irrigato di recente, e in core
ne gode il suo cultor. Seccato il campo,
e combusti i cadaveri, si volsecontro il fiume la vampa. Ardean stridendo
i salci e gli olmi e i tamarigi, ardeail loto e l'alga ed il cipero in molta
copia cresciuti su la verde ripa.
Dal caldo spirto di Vulcano afflitti,
e qua e là per le belle onde dispersiguizzano i pesci. Il cupo fiume istesso
s'infoca, e in voce dolorosa esclama:
Vulcano, al tuo poter nullo resistede' numi: io cedo alle tue fiamme. Ah cessa
dalla contesa: immantinente Achille
scacci pur tutti di cittade i Teucri;
di soccorsi e di risse a me che cale? -
Così rïarso dalle fiamme ei parla.
Come ferve a gran fuoco ampio lebètein cui di verro saginato il pingue
lombo si frolla; alla sonora vampacrescon forza di sotto i crepitanti
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Xanto Ponente Noto Troiani Xanto Pelìde Vulcano Achille Teucri
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