riserrate le porte, e saldamentesbarratele; ch'io temo non irrompa
fin qua dentro il furor di questo fiero.
Al comando regal schiusero quellitosto le porte, e ne levâr le sbarre.
Onde una via s'aperse di salute.
Fuor delle soglie allor lanciossi Apollo
in soccorso de' Troi che dritto al murofuggìan da tutto il campo arsi di sete,
sozzi di polve. E impetuoso Achille,
come il porta furor, rabbia, ira e bramadi sterminarli, gl'inseguìa coll'asta;
ed era questo il punto in che gli Achei
dell'alta Troia avrìan fatto il conquisto,
se Febo Apollo l'antenòreo figlioAgènore, guerrier d'alta prestanza,
non eccitava alla battaglia. Il Dio
gli fe' coraggio, gli si mise al fianco,
onde lungi tenergli della Parca
i gravi artigli, ed appoggiato a un faggio,
di caligine tutto si ricinse.
Come Agènore il truce ebbe vedutoguastator di città, fermossi, e molti
pensier volgendo, gli ondeggiava il core,
e dicea doloroso in suo segreto:
Misero me! se dietro agli altri io fuggoper timor di quel crudo, egli malgrado
la mia rattezza prenderammi, e mortenon decorosa mi darà. Se mentre
ei va questi inseguendo, io d'altra partem'involo, e d'Ilio traversando il piano,
dell'Ida ai gioghi mi riparo, e quivinei roveti m'appiatto, indi la sera
lavato al fiume, e rinfrescato a Troia
mi ritorno... Oh che penso? Egli non puotenon veder la mia fuga, e arriverammi
precipitoso con più presti piedi.
E allor dall'ugna di costui, che tuttivince di forza, chi mi scampa? Or dunque,
poiché certa è mia morte, ad incontrarlovadasi in faccia alla cittade.
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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