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      tu sol ne difendevi e l'ardue mura.
      Or te sul lido fra le navi, e lungida chi vita ti diè, lubrici i vermi
      roderan, come sazio avrai de' veltrinudo le gole; ahi nudo! e nella reggia
      tante avevi leggiadre ed esquisitevesti, lavoro dell'esperte ancelle.
      Or poiché vane a te son fatte, e tolton'è il coprirti di queste in sul ferètro,
      tutte alle fiamme gitterolle io stessa,
      onde al cospetto de' Troiani almenoquesto segno d'onor ti sia renduto.
      Così dicea piangendo, ed al suo piantoco' sospiri facean eco le donne.
     
     
      LIBRO VENTESIMOTERZO
     
     
      Mentre in Troia si piange, all'Ellesponto
      giungon gli Achivi, e spargesi ciascunoalla sua nave. Ma l'andar dispersi
      non permise il Pelìde ai bellicosisuoi Mirmidóni, da cui cinto disse:
      Miei diletti compagni e cavalieri,
      non distacchiamo per ancor dai cocchii corridori: procediam con questi
      a piagnere Patròclo, a tributarglil'onor dovuto ai trapassati. E quando
      avrem del pianto al cor dato il diletto,
      sciolti i destrieri, appresterem le cene.
      Disse, e tutti innalzâr ristretti insiemeil fùnebre lamento, Achille il primo.
      Corser tre volte colle bighe intornoall'estinto ululando, e ne' lor petti
      destò Teti di pianto alto desìo.
      Si bagnava di lagrime l'arena,
      di lagrime gli usberghi; cotant'erail desiderio dell'eroe perduto.
      Ma fra tutti piagnea dirottamenteAchille, e poste le omicide mani
      dell'amico sul cor, Salve, dicea,
      salve, caro Patròclo, anco sotterra.
      Tutto io voglio compir che ti promisi.
      D'Ettore il corpo al tuo piè strascinatofarò pasto de' cani, e alla tua pira
      dodici capi troncherò d'eletti


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





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