Pagina (436/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      legavansi spaccate in su la schienade' giumenti, che ratte orme stampando
      scendean bramosi d'arrivar pe' foltiroveti alla pianura: e li seguično
      carchi il dosso di ciocchi i tagliatori;
      ché tal di Merïon era il precetto.
      Giunti sul lido, scaricâr le some,
      ne fęr catasta al luogo ove il Pelėde
      un tumulo sublime al morto amicoed a se stesso disegnato avea.
      E tutta apparecchiata in questa guisal'immensa selva, riposâr seduti,
      nuovi cenni aspettando. Intanto Achille
      ai bellicosi Mirmidón comandadi porsi in armi, ed aggiogar ciascuno
      alle bighe i destrier. Sursero quellifrettolosi, e fur tutti in tutto punto.
      Montan su i cocchi aurighi e duci, e dannoalla pompa principio. Immenso un nembo
      di pedoni li segue, e a questi in mezzodi Patrōclo procede il cataletto
      da' compagni portato, che sul mortovenėan gittando le recise chiome,
      di che tutto il coprėan. Di retro Achille
      colla man gli reggea la tremolantetesta, e plorava sui fųnebri onori
      con che all'Orco spedėa l'illustre amico.
      Giunti al luogo lor detto, il mesto incarcodeposero, e a ribocco intorno a quello
      adunâr pronti la funerea selva.
      Recatosi in se stesso, un altro avvisofece allora il Pelėde. Allontanossi
      dal rogo alquanto, e il biondo si recise,
      che allo Sperchio nudrėa, florido crine,
      e al mar guardando con dolor, sė disse:
      Sperchio, invan ti promise il padre mioche tomando al natėo dolce terreno
      io t'avrei tronco la mia chioma, e offertouna sacra ecatombe, ed immolato
      cinquanta agnelli accanto alla tua fonteov'hai delubro, ed odorati altari.
      Del canuto Pelčo fu questo il voto:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Merïon Pelėde Achille Mirmidón Patrōclo Achille Orco Pelėde Sperchio Pelčo