legavansi spaccate in su la schienade' giumenti, che ratte orme stampando
scendean bramosi d'arrivar pe' foltiroveti alla pianura: e li seguièno
carchi il dosso di ciocchi i tagliatori;
ché tal di Merïon era il precetto.
Giunti sul lido, scaricâr le some,
ne fêr catasta al luogo ove il Pelìde
un tumulo sublime al morto amicoed a se stesso disegnato avea.
E tutta apparecchiata in questa guisal'immensa selva, riposâr seduti,
nuovi cenni aspettando. Intanto Achille
ai bellicosi Mirmidón comandadi porsi in armi, ed aggiogar ciascuno
alle bighe i destrier. Sursero quellifrettolosi, e fur tutti in tutto punto.
Montan su i cocchi aurighi e duci, e dannoalla pompa principio. Immenso un nembo
di pedoni li segue, e a questi in mezzodi Patròclo procede il cataletto
da' compagni portato, che sul mortovenìan gittando le recise chiome,
di che tutto il coprìan. Di retro Achille
colla man gli reggea la tremolantetesta, e plorava sui fùnebri onori
con che all'Orco spedìa l'illustre amico.
Giunti al luogo lor detto, il mesto incarcodeposero, e a ribocco intorno a quello
adunâr pronti la funerea selva.
Recatosi in se stesso, un altro avvisofece allora il Pelìde. Allontanossi
dal rogo alquanto, e il biondo si recise,
che allo Sperchio nudrìa, florido crine,
e al mar guardando con dolor, sì disse:
Sperchio, invan ti promise il padre mioche tomando al natìo dolce terreno
io t'avrei tronco la mia chioma, e offertouna sacra ecatombe, ed immolato
cinquanta agnelli accanto alla tua fonteov'hai delubro, ed odorati altari.
Del canuto Pelèo fu questo il voto:
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Merïon Pelìde Achille Mirmidón Patròclo Achille Orco Pelìde Sperchio Pelèo
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