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      non toccherai, per dio! se pria non giuri.
      Quindi animando i suoi corsier, dicea:
      non v'impigrite, non mi state afflitti;
      pria di voi perderan quelli la lena,
      ch'ei son vecchi ambidue. - Cosě lor grida,
      e docili i destrieri alla sua vocedoppiaro il corso, e tosto li raggiunsero.
      Nel circo assisi intanto i prenci acheistavansi attenti ad osservar da lungi
      i volanti cavalli che nel camposollevavan la polve. Idomeneo
      re de' Cretesi gli avvisň primiero,
      che fuor del circo si sedea sublimea una vedetta. E di lontano udita
      del primo auriga che veněa, la voce,
      lo conobbe, e distinse il precorrentedestrier che tutto sauro in fronte avea
      bianca una macchia, tonda come luna.
      Rizzossi in piedi, e disse: O degli Achei
      prenci amici, m'inganno, o ravvisatequei cavalli voi pure? Altri mi sembrano
      da quei di prima, ed altro il condottiero.
      Le puledre che dianzi eran davantiforse sofferto han qualche sconcio. Al certo
      girar primiere le vid'io la meta;
      or come che pel campo il guardo io volga,
      piů non le scorgo. O che scappâr di manoall'auriga le briglie, o ch'ei non seppe
      rattenerne la foga, e non fe' nettoil giro della meta. Ei forse quivi
      cadde, e infranse la biga, e le cavalledeviâr furďose. Or voi pur anco
      alzatevi e guardate: io non discernoabbastanza; ma parmi esser quel primo
      l'čtolo prence argivo Dďomede.
      Che vai tu vaneggiando? aspro ripreseAiace d'Oilčo. Quelle che miri
      da lungi a noi volar son le puledre.
      Piů non sei giovinetto, o Idomenčo:
      la vista hai corta, e ciance assai, né il farnemolte t'č bello ov'altri č piů prestante.


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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Cretesi Achei Dďomede Oilčo Idomenčo