hai fanciulle e cavalli. E tu il presentadi queste cose, e sian maggiori ancora,
ma in altro tempo, o se il vuoi, pure adesso,
onde ten vegna degli Achei la lode.
Ma questa io non vo' darla, e dovrā mecosperimentarsi ogni uom che la pretenda.
Delle franche d'Antėloco parolecompiaciuto, sorrise il divo Achille,
cui caro amico egli era; e gli rispose:
Antėloco, tu vuoi che s'abbia Eumelo
di ciō che in serbo io tengo, altro presente;
e l'avrā. Gli darō d'Asteropeo
la di bronzo lorica, a cui dintornoscorre un bell'orlo di fulgente stagno;
lavoro di gran pregio. - E cosė detto,
al suo fedele Automedonte imposedi recar dalla tenda la lorica.
Volō quegli, e recolla al suo signoreche in man la pose dell'allegro Eumelo.
Contro Antėloco allor surse il cor pienodi doglia e d'ira Menelao. L'araldo
misegli tosto nelle man lo scettro,
e silenzio intimō. Quindi l'eroecosė a dir prese: O tu, che per l'innanzi
grido avevi di saggio, che facesti?
Disonestasti, o Antėloco, la miagloria, e cacciati per inganno avanti
li tuoi corsieri assai da meno, i mieisconciamente offendesti. Or voi qui fate,
prenci achivi, ragione ad ambeduesenza rispetti; ch'io non vo' che poi
dica qualcuno degli Achei: L'Atride
colle menzogne Antėloco aggravandovia la giumenta si menō, vincendo
di cavalli non giā, ma di possanzae di forza. Ma che? Senza paura
di biasmo io stesso finirō la lite,
e fia retto il giudizio. Orsų, t'accosta,
prode alunno di Giove, e giusta il ritostatti innanzi alla biga, e d'una mano
impugnando la sfera agitatrice,
e sė coll'altra i corridor toccando,
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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