Pagina (453/483)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      presentârsi gli atleti, e sollevatel'un contra l'altro le robuste pugna,
      si mischiâr fieramente. Odesi orrendosotto i colpi il crosciar delle mascelle,
      e da tutte le membra il sudor piove.
      Il terribile Epčo con improvvisafuria si scaglia all'avversario, e mentre
      questi bada a mirar dove ferire,
      Epčo la guancia gli tempesta in guisa,
      che il meschin piů non regge, e balenandocon tutto il corpo si rovescia in terra.
      Qual di Borea al soffiar l'onda sul lidogitta il pesce talvolta, e lo risorbe;
      tale l'invitto Epčo stese al terrenoil suo rivale, e tosto generosa
      la man gli porse, e il rďalzň. Pietosiaccorsero del vinto i fidi amici
      che fuor del circo lo menâr gittanteatro sangue, e i ginocchi egri traente
      col capo spenzolato, ed in dispartecondottolo, il posâr de' sensi uscito:
      ed altri intorno gli restaro, ed altria tor ne giro la ritonda coppa.
      Tronco ogn'indugio, Achille il terzo giuocopropose, il giuoco della dura lotta,
      e de' premii fe' mostra; al vincitoreun tripode da fuoco, e a cui di dodici
      tauri il valore dagli Achei si dava,
      ed al perdente una leggiadra ancellaquattro tauri estimata, e che di molti
      bei lavori donneschi era perita.
      Rizzossi Achille, e a quegli eroi rivolto,
      Sorga, disse, chi vuole in questo ludodel suo valor far prova. Immantinente
      surse l'immane Telamňnio Aiace,
      e il saggio mastro delle frodi Ulisse.
      Nel mezzo della lizza entrambi accintipresentârsi, e stringendosi a vicenda
      colle man forti s'afferrâr, siccomedue travi che valente architettore
      congegna insieme a sostener d'eccelso


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483

   





Epčo Borea Epčo Achille Achei Achille Telamňnio Aiace Ulisse