presentârsi gli atleti, e sollevatel'un contra l'altro le robuste pugna,
si mischiâr fieramente. Odesi orrendosotto i colpi il crosciar delle mascelle,
e da tutte le membra il sudor piove.
Il terribile Epčo con improvvisafuria si scaglia all'avversario, e mentre
questi bada a mirar dove ferire,
Epčo la guancia gli tempesta in guisa,
che il meschin piů non regge, e balenandocon tutto il corpo si rovescia in terra.
Qual di Borea al soffiar l'onda sul lidogitta il pesce talvolta, e lo risorbe;
tale l'invitto Epčo stese al terrenoil suo rivale, e tosto generosa
la man gli porse, e il rďalzň. Pietosiaccorsero del vinto i fidi amici
che fuor del circo lo menâr gittanteatro sangue, e i ginocchi egri traente
col capo spenzolato, ed in dispartecondottolo, il posâr de' sensi uscito:
ed altri intorno gli restaro, ed altria tor ne giro la ritonda coppa.
Tronco ogn'indugio, Achille il terzo giuocopropose, il giuoco della dura lotta,
e de' premii fe' mostra; al vincitoreun tripode da fuoco, e a cui di dodici
tauri il valore dagli Achei si dava,
ed al perdente una leggiadra ancellaquattro tauri estimata, e che di molti
bei lavori donneschi era perita.
Rizzossi Achille, e a quegli eroi rivolto,
Sorga, disse, chi vuole in questo ludodel suo valor far prova. Immantinente
surse l'immane Telamňnio Aiace,
e il saggio mastro delle frodi Ulisse.
Nel mezzo della lizza entrambi accintipresentârsi, e stringendosi a vicenda
colle man forti s'afferrâr, siccomedue travi che valente architettore
congegna insieme a sostener d'eccelso
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Epčo Borea Epčo Achille Achei Achille Telamňnio Aiace Ulisse
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