surse del par l'invitto Dïomède,
e armatisi in disparte ambo nel campopronti alla pugna s'avanzâr gli eroi
con terribili sguardi. Alto stuporetutti occupava i circostanti Achei.
L'uno all'altro appressati a fiero assaltosi disserrâr tre volte, e tre alla vita
impetuosi s'investîr. PrimieroAiace traforò di Dïomède
il rotondo brocchier, ma non la pelledall'usbergo difesa. Indi il Tidìde
sopra la penna dello scudo all'altrospinse rapido l'asta, e nella strozza
gliel'appuntò. D'Aiace al fier perigliospaventârsi gli Achivi, e della pugna
gridâr la fine, e premio egual. Ma il brandocol bel cinto l'eroe diello al Tidìde.
Grezzo, qual già dalla fornace uscìo,
un gran disco il Pelìde allor nel mezzocollocò. Lo solea l'immensa forza
scagliar d'Eezïone; a costui mortediè poscia il divo Achille, e nelle navi
con altre spoglie si portò quel peso.
Ritto alzossi, e gridò: Sorga chi bramacosì bel premio meritarsi. In questo
il vincitor s'avrà per cinque interigiri di Sole di che all'uopo tutto
provveder de' suoi campi anche remoti:
né suoi bifolchi né pastori andrannoper bisogno di ferro alla cittade,
ché questo ne darà quanto è mestiero.
Levossi il bellicoso Polipete;
levossi Leontèo, forza divina;
levossi Aiace Telamònio, e secoil muscoloso Epèo. Locârsi in fila,
e primo Epèo scagliò l'orbe rotato,
ma sì mal destro, che ne rise ognuno.
Il rampollo di Marte Leontèo
fu secondo a lanciar: terzo il gran figliodi Telamone, che con man robusta
ogni segno passò: quarto alla finecon fermo polso Polipete il disco
afferrò. Quanto lungi un pastorello
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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