il cadavere in Ilio. Indi chiamatele ancelle, comandò che tutto fosse
e lavato e di balsami perfusoin disparte dal padre, onde il meschino,
veduto il figlio, in impeti non rompasubitamente di dolore e d'ira,
sì che la sua destando anche il Pelìde
contro il cenno di Giove nol trafigga.
Lavato adunque dall'ancelle ed untodi balsami odorati, e di leggiadra
tunica avvolto, e poi di risplendentepallio coperto, il gran Pelìde istesso
alzatolo di peso, in sul ferètrocollocollo; e composto i suoi compagni
sul liscio plaustro lo portâr. Dal pettotrasse allora l'eroe cupo un sospiro,
e il diletto chiamando estinto amicosclamò: Patròclo, non volerti meco
adirar, se nell'Orco udrai ch'io rendoEttore al padre. In suo riscatto ei diemmi
convenevoli doni, e la miglioreparte a te sarà sacra, anima cara.
Rïentrò quindi nella tenda, e soprail suo seggio col tergo alla parete
sedutosi di fronte a Prìamo, disse:
Buon vecchio, il tuo figliuol, siccome hai chiesto,
è in tuo potere, e nel ferètro ei giace.
Potrai dell'alba all'apparir vederlo,
e via portarlo. Si rivolga adessoalla mensa il pensier, ch'anco l'afflitta
Nìobe del cibo ricordossi il giornoche dodici figliuoi morti le furo,
sei del leggiadro e sei del forte sesso,
tutti nel fior di giovinezza. Ai primirecò morte Diana, ed ai secondi
il saettante Apollo, ambo sdegnatiche Nìobe ardisse all'immortal Latona
uguagliarsi d'onor, perché la Dea
sol di due parti fu feconda, ed essadi ben molti di più. Ma i molti furo
dai due trafitti. Nove volte il Sole
stesi li vide nella strage, e nullo
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Ilio Pelìde Giove Pelìde Patròclo Orco Prìamo Diana Apollo Nìobe Latona Dea Sole
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