Tutti dormìan sepolti in dolce sonnoi guerrieri e gli Dei, ma non l'amico
de' mortali Mercurio, che venìapur divisando in suo pensier la guisa
di trarre, dalle guardie inosservato,
fuor del dorico vallo il re troiano.
Stettegli adunque su la fronte, e disse:
Re, così dormi fra' nemici? e nullati cal del rischio in che ti trovi, uscito
dagli artigli d'Achille? A caro prezzoredimesti l'amato estinto figlio.
Ma per te che sei vivo, Agamennóne
se qui sapratti, e tutto il campo acheo,
tre volte tanto chiederanno ai figliche rimasti ti sono. - E più non disse.
Destasi il vecchio sbigottito, e sveglial'araldo: aggioga l'Argicida istesso
i cavalli e le mule, e presto prestospinti i carri, invisibile traversa
gli accampamenti. Alla corrente giuntidel genito da Giove ondoso Xanto
nell'ora che sul mondo il suo vermigliovelo dispiega di Titon l'amica,
volò Mercurio al cielo, e i due canuticon gemiti e lamenti alla cittade
celeravan la via. Grave del carocadavere davanti iva il carretto,
né d'uomo orecchio, né di donna ancorail fragor ne sentìa. L'udì primiera
la vergine Cassandra, e su la roccadi Pergamo salita, il suo diletto
padre e l'araldo riconobbe eccelsisovra i carri, e la spoglia inanimata
che sul plaustro giacea. Mise a tal vistaalti gridi e ululati, e per le vie,
Troi, Troiane, gridava, eccone Ettorre;
accorrete, vedetelo, gli è quelloche ritornando dalla pugna empiea
tutti, un tempo, di gioia i vostri petti.
Né verun né veruna a questo annunzionella cittade si restò, ma tutti
d'intollerando duolo il cuor compresi
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Iliade
di Homerus (Omero)
pagine 483 |
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Mercurio Achille Agamennóne Argicida Giove Xanto Titon Mercurio Cassandra Pergamo Troiane Ettorre
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