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      Il libro contiene quattro poesie in quartine e 18 sonetti; la prima poesia è dedicata Alla Poesia; tra le altre, una è dedicata a Napoleone, una a Julien Bessières e una, l'Istro domato, a suo cugino Jean Baptiste Bessières, duca d'Istria. La forma metrica preferita è l'ode saffica.
      L'unica testimonianza contemporanea che abbiamo proviene dalle Memorie di Mario Pieri che il 9 novembre 1810 scrive:
     
      Verso la fine del pranzo venne da noi Rosini ed il Ciampi. Con quest'ultimo, e con l'amica andammo a camminar la città dell'Arno settentrionale. Camminando, egli ci disse come l'amico mio Corcirese Niccolò Delviniotti ha mandato tempo fa all'Accademia di Livorno un suo libretto di Poesie per essere giudicato. Furono destinati a questo giudizio esso il Ciampi, il Professore Padre Pagnini, ed il Professore Carmignani; e conclusero in iscritto, che l'autore avea di molta fantasia, e di bei concetti, ma che peccava spesso e soverchio di oscurità, e mancava del tutto in fatto di stile e di lingua. Ciò mi ricordò le quistioni, che io feci più volte con Delviniotti, essendo sempre stato il mio sistema ed il mio sentimento su l'arte di scrivere e di verseggiare opposto al suo; giacché io credo ch'egli scriva così più per falso sistema ch'egli s'è sposato, che per incapacità di far meglio, e diversamente.(8)
     
      Può sembrare strano che Sebastiano Ciampi desse un giudizio così negativo della poesia di Delviniotti nello stesso anno in cui fu eletto all'Accademia di Pisa, di cui lo stesso Ciampi era segretario.


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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