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Risali ad alto, a' tuoi lavori intendi:
Alla spola, al pennecchio, e dell'ancelleSull'usate opre vigilar ti piaccia;
La cura di parlar nelle adunanzeLascia agli uomini tutti e, pių che ad altri, 440
A me, cui l'imperar qui dentro spetta!"
a 360 Ammirata, Penčlope rivolseVčr le superne stanze il pič, guardando
Del figlio in cuore gli assennati accenti.
Indi, salita con le ancelle ad alto, 445
Ulisse, il caro suo sposo, piangea,
Finché di un dolce sonno le palpčbreSoavemente le gravō Minerva.
a 365 Romoreggiar in questa, udėansi i Proci
Per la sala oscurata, accesi tutti 450
Dal desiderio di giacerle accanto.
Telčmaco allor sorse e a dir si prese:
a 368 "O della madre mia vagheggiatori,
Audaci e fieri, orsų, prendiam confortoDall'apprestata mensa e 'l rumor cessi. 455
Bello fia 'l vate udir che gl'Immortali,
Cantando, adegua. Ma dimani all'albaTutti al foro trarremo; ivi seggendo
Con secura mi udrete alma intimarvi,
Che di qua disgombriate. Ad altre mense 460
Volgétevi; ciascun nel proprio albergo,
Con alterni conviti il suo consumi.
Che se il retaggio piācevi d'un soloImpunemente disertar, seguite:
Gli Eterni invocherō, perché l'Olėmpio 465
Vi dia dell'opre guiderdon condegno,
Tal che qui scorra il vostro sangue inulto!"
a 381 Tutti, a quel franco dir, morser le labbra,
Meravigliando; e l'Eupėtide: "Ah! certoTanta alterezza e 'l ragionar sė ardito 470
Lo ti spirâr nell'animo gli Eterni.
Regnar non mai concčdati l'Olėmpio
Ėtaca a cui 'l natal sōlo ti chiama."
a 388 "Antėnoo, concitar ti potrā a sdegno
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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Ammirata Penčlope Minerva Romoreggiar Proci Immortali Eterni Olėmpio Eupėtide Eterni Olėmpio
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