Ciò stesso avvenne. Se reverso d'Ìlio,
Sorpreso avesse il biondo Menelao
Nel palagio d'Atride Egisto vivo, 340
Conspersa la costui spoglia non fôraPur d'un pugno di terra, ma disteso
Lungi dalla città, sarìa in un campoPasto d'augei, di cani, né Achea donna
Sparso sovr'esso avrìa stilla di pianto, 345
Tanto ria scelleraggine commise!
Là sott'Ìlio per noi molte battaglieFornìvansi, ma queto egli nel fondo
Del fertil Argo con soavi accentiDel grande Atride la moglier blandìa. 350
Dal turpe fallo rifuggì da primaLa nobil Clitennestra, ché nel petto
Adorna di virtù l'alma chiudea.
Stàvale inoltre il chiaro vate accanto,
Cui diè 'l carco in partendo il sommo Atride, 355
Di servargli la sposa intemerata.
Ma quando Egisto dal destin de' Numi
Irretito, domàvasi, in desertaIsola il vate trasportato, quivi
Esca e strazio d'augei lo abbandonava; 360
Poscia, da mutue brame ambi sospinti,
L'amante in sua magion l'amata addusse.
Molte de' numi sui sacrati altariAnche di tori ardea, molte votive
Offerte e vesti ed oro vi sospese; 365
Poi che pose ad effetto il fier disegno,
Del che nulla speranza in cor nutrìa.
Già dipartiti d'Ìlio, solcavamoLo stesso mar l'Atride ed io, ché ognora
Gli animi avemmo d'amistà congiunti. 370
Ma come al Sùnio divenimmo, sacroPromontorio d'Atene, ivi da' miti
Strali di Febo il suo nocchier fu spento,
Che del corrente pin tenea 'l governo,
L'Onetòride Fronte che vincea 375
Gli umani tutti, dirigendo un legno,
Quando ruggìa il furor delle tempeste.
Là Menelao risté, benché bramosoDi fornire 'l viaggio, ed al compagno
| |
Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
|
|
Menelao Atride Egisto Achea Argo Atride Clitennestra Atride Egisto Numi Atride Sùnio Atene Febo Onetòride Fronte Menelao
|