Onor fece d'esequie e di sepolcro; 380
Ma quando il bruno ei pur mare solcandoCo' suoi legni correva e già all'eccelso
Capo della Malèa facéasi appresso,
Allor gli destinò Giove 'l viaggioOrrendo: gli avventò striduli vènti 385
Che in alto sollevâr le tumid'onde,
Tanto che si agguagliavano a montagne.
Là disperse le navi e parte a Creta,
Alle correnti del Giàrdano intorno,
Dove i Cidoni albergano, sospinse. 390
Liscia ed alta protèndesi al confineDi Gòrtina, sul mar fosco, una rupe;
Là cacciando i marosi Àustro di forza,
Del promontorio Festo al lato manco,
Piccola roccia li vi arresta e frange. 395
Quivi l'armata urtò: campâro a stentoGli uomini, ma dal mar fiero cacciati,
Contro gli scogli si fiaccâro i legni.
Pur cinque navi dall'azzurra proda,
D'Egitto in riva il vento e 'l mar spingea, 400
Mentre là Menelao con queste erravaAccumulando vettovaglie ed oro,
Tra genti di favella altra, gli empieaEgisto la magion d'orribil lutto:
Trucidò Agamennón, sott'aspro giogo 405
Il popolo domò; per ben sett'anniAlla ricca Micene il freno impose;
Ma l'ottavo anno, reduce d'Atene,
Sorvènnegli funesto il divo Oreste
Che quell'infame traditor spegnea, 410
Che ucciso il genitore inclito gli ebbe.
Poscia che l'immolò, diede agli Argivi
La cena sepolcral per l'odiosaMadre e 'l codardo parricida Egisto.
Il dì medesmo, Menelao sorgiunse, 415
Adducendo con sé tante ricchezze,
Di quante ne patìan le navi 'l pondo.
Ma tu, mio caro, non errar gran tempoLungi dalle tue case, abbandonando
Le tue dovizie a que' ribaldi in preda, 420
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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437 |
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