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      Degl'immortali abitator d'Olimpo 500
      Altri certo non fu che la Tritònia
      Figlia di Giove, Pàllade, che tantoFra le Argòliche genti il tuo gran padre
      Sovra tutti onorò. Deh! a noi propizia,
      Regina alma, sii tu; splendida gloria 505
      A me co' figli e con la venerandaMia consorte concedi; io vo' immolarti
      Giovenca che lo spazio appena corseD'un anno solo, d'ampia fronte, indòma
      E ch'uom giammai non sottopose al giogo; 510
      Questa ti vo' ferir, poi che splendentiAmbe avrà d'oro le crescenti corna."
      ? 385 Sì disse orando e l'udì Palla. Il veglioGuidava intanto al suo regal palagio
      Generi e figli. Giunti, in su gli scanni 515
      Tutti posâr per ordine e sui troni.
      Mescea il Re nella coppa a ciascheduno,
      A mano a mano, un dolce almo licoreChe la custode nell'undecim'anno,
      Dall'urna allora scoverchiata, attinse. 520
      Com'ebbe empiuta Nèstore la tazza,
      Libando, i vóti alzò supplici a Palla,
      Inclita figlia dell'Egìoco Giove.
      ? 395 Poiché libâro ed a sua voglia ognunoBevve, a' lor tetti trassero a corcarsi. 525
      Volle il Re, che d'Ulisse il figlio amatoSotto il sonoro portico si giaccia,
      In traforato letto; a lui d'accantoPosar fe' 'l bellicoso Pisistràto,
      Duce di genti, de' suoi figli 'l solo 530
      Che si vivesse ancor celibe vita.
      Dell'eccelso palagio entro segretaStanza il Re ricovrò, quivi in sul letto
      Che la Regina gli apprestò, si giacque.
      ? 404 Come rosea nel Ciel fulse l'aurora, 535
      Nèstore surse. Del palagio uscito,
      Sui tersi si sedea candidi marmi,
      Rilucenti d'essenze, innanzi all'altePorte surgenti, su cui già si assise


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Odissea
di Omero (Homerus)
pagine 437

   





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